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La popolazione

Epoca Normanna: I casali

Le prime certe documentazioni sulla presenza di centri abitati nel nostro territorio risalgono all' epoca dei Normanni (XII sec.), che donarono questi "casali", in tutto o in parte, ad istituzioni religiose, vescovili o monacali. Come "casali" erano dunque classificati allora questi nostri centri, ossia "gruppetti di case" con poche famiglie e solo qualche decina di abitanti. Per secoli questa situazione non avrà subito mutamenti degni di rilievo, né si è in possesso di eventuali documenti a riguardo.

1450: il censimento di Alfonso I d'Aragona

Bisogna arrivare verso il 1450 , quando, per ordine di Alfonso I d'Aragona , re di Napoli, per fini esclusivamente fiscali, viene redatto un regolare censimento di tutto il regno, secondo il quale questo è lo stato della popolazione nei nostri centri, avvertendo che si parla di "fuochi", ossia di nuclei familiari, comprendenti in media 5 persone:

  • Strudà 29 fuochi (circa 145 abitanti);
  • Vanze 20 fuochi (circa 100 abitanti);
  • Acaya 18 fuochi (circa 90 abitanti) allora chiamata Segine;
  • Acquarica 14 fuochi (circa 70 abitanti);
  • Vernole 9 fuochi (circa 45 abitanti);
  • Pisignano 6 fuochi (circa 30 abitanti).
  • Vernole perciò precedeva soltanto Pisignano per numero di fuochi, con una popolazione che corrispondeva allora ad un decimo di quella dell'intero territorio. Nello stesso censimento, intorno al 1450, il casale di Roca conta ben 61 fuochi con oltre 300 abitanti ed è perciò un grosso centro costiero, tra i primi 20 nel Salento per popolazione. Di lì a poco, dopo il sacco di Otranto (1480), la popolazione di Roca, non sentendosi più sicura sul mare, tende a trasmigrare verso l'interno. Addirittura nel 1544 Ferrante Loffredo, Preside della Provincia di Terra d'Otranto, dà ordine di demolire la città, ormai abituale rifugio di banditi nostrani e di corsari turchi.

    1480: il sacco di Otranto e la fuga verso i centri dell'entroterra

    Fra il 1480 e il 1544 questo esodo da parte degli abitanti di Roca avrà incrementato notevolmente i pochi fuochi di Vernole (9), Melendugno (25), Calimera (15), Borgagne (26), paesi tutti che, come si sa, nei sabati di primavera si recano puntualmente in pellegrinaggio alla Madonna di Roca, come per ricordare l'antica e comune origine. Anche il casale di Roca Nuova, situato più all'interno e abitato fino al sec. XIX, dovette assorbire parte della popolazione in fuga dal centro rivierasco.

    '700: Vernole raggiunge 1000 abitanti

    Alla fine del '600 , secondo uno Stato delle Anime della Parrocchia di Vernole, la popolazione è cresciuta notevolmente, raggiungendo 949 abitanti; nel secolo successivo, il Catasto Onciario ci avverte che nel 1749 , anno della compilazione, siamo già a più di 1000 abitanti . Si tratta in maggior parte di contadini "braccianti", seguiti da un ben più ridotto numero di artigiani (fabbri, calzolai, sarti, falegnami, muratori...); nei pubblici impieghi e professioni figurano 3 dottori "fisici", un Regio Giudice, uno "speziale", un militare, mentre solo 2 sono gli studenti. Presso le famiglie benestanti dimorano stabilmente "servi" e "serve", provenienti anche dai paesi vicini. Numerosi i sacerdoti , ben 25: allora in ogni casa rispettabile il prete era una necessità inderogabile. Le donne sono tutte casalinghe, anche se poi - quelle bisognose - vanno a lavorare in campagna.
    In ogni nostro centro sono attivi (e spesso di esclusiva proprietà baronale) numerosi mulini per la sfarinatura dei cereali; trappeti per l'estrazione dell'olio di oliva; palmenti per la pigiatura dell'uva; e, quasi ad ogni strada, un forno per la cottura del pane, che si preparava in casa e in casa si conservava e consumava, anche se duro e ammuffito. Ai mille e più abitanti di Vernole, nello stesso tempo, ne corrispondono 382 a Pisignano e 114 a Vanze.
    Le famiglie erano numerose; nascevano, ossia, molti più figli di adesso. La mortalità però - specie quella infantile - con indici molto elevati si incaricava di stabilire un certo equilibrio. L'età di vita media a Vernole, consultando l'elenco dei morti del 1878 , è di 26 anni e mezzo; ma su un totale di 49 morti, ben 22 hanno età inferiore ai 5 anni. Cento anni dopo (1978) i morti sono solo 27, con un'età media che sfiora i 70 anni.

    Strudà, Vanze, Acaya, Acquarica, Pisignano diventano frazioni di Vernole

    Dal 1865 , in seguito alla Legge per l'Unificazione amministrativa del Regno d'Italia , le attuali 5 Frazioni, che fin allora si erano rette come Comuni autonomi, ciascuna con un proprio sindaco, vengono "aggregate" al Comune maggiore, divenendone sue Frazioni. Da qui malumori e proteste, alimentate spesso dai filoborbonici che rimpiangevano il passato regime e pensavano di restaurarlo. Altri malumori si registrano agli inizi del '900 per il pessimo stato delle strade, tutte sterrate, con profonde carreggiate e vistose pozzanghere, specie d'inverno. D'altra parte il traffico, prima dell'attuale motorizzazione, era limitatissimo; esso, come si legge nei capitolati di appalti stradali, prevedeva solo 15 passaggi di carri al giorno sulla Strudà-Lecce, 20 sulla Strudà-Vernole e solo 10 ciascuna per la Strudà-Acquarica e Strudà-Acaya.

    Primo e secondo dopoguerra

    Nel ventennio fra le due guerre si sono fatti progressi notevolissimi, con l'erogazione dell'energia elettrica, dell'acquedotto, con l'istituzione delle prime autocorriere che sostituivano i vecchi servizi postali a cavallo, con l'istruzione elementare obbligatoria. Ma dal secondo dopoguerra in poi il progresso è stato davvero inarrestabile, con cambiamenti radicali ed impensabili, tali da trasformare del tutto l'ambiente urbano, la vita, le abitudini degli abitanti, e non solo da noi, naturalmente.

    Vernole oggi

    In 50 anni si sono fatti più progressi di quanti non se ne fossero fatti in interi millenni. I più recenti dati per la popolazione di Vernole e Frazioni, al 20 ottobre 2001, danno per Vernole 3031 abitanti , per Strudà 1704 , per Pisignano 1058 , per Acquarica 1047 , per Acaya 494 , per Vanze 306 . in totale Vernole e Frazioni raggiungono 7640 abitanti . Solo a qualche decina ammontano gli stranieri con residenza.2500 sono le famiglie, con una media di poco più di tre persone; la media dei vani a disposizione è di 4, la superficie di mq.109. Per l'84% le case risultano di proprietà delle famiglie che le abitano.
    Come grado di istruzione , i laureati sono 113 (di cui 75 uomini e 38 donne); erano 42 nel 1971. Senza notevoli disparità fra i due sessi, i diplomati sono 761; in possesso di licenza media 2161; di licenza elementare 2680; gli analfabeti sono ancora 416, ma nel censimento del 1971 erano più del doppio, 909.
    Come occupazione , l'agricoltura assorbe ora meno di 1000 persone, di fronte alle 2380, 2068, 1429 registrate rispettivamente nei censimenti del 1951, 1961, 1971. La notevole diminuzione della mano d'opera in agricoltura è compensata da un incremento nelle attività secondarie e terziarie (industria, commercio, impieghi e servizi vari). La disoccupazione affligge ancora un buon 20% della popolazione attiva, con punte anche del 50% fra i giovani in cerca di prima occupazione.
    Notevole l' incremento edilizio : solo 239 delle attuali abitazioni risultano costruite prima del 1919; quelle costruite fra il 1919 e il 1945 sono 294; fra il 1946 e il 1960 sono 486; tra il 1961 e il 1971 sono 624; tra il 1972 e il 1981 sono 596; tra il 1982 e il 1986 sono 123; dopo il 1986 e fino al 1991, data degli ultimi dati consultabili, sono state realizzate 100 nuove costruzioni. Cifre significative, anche queste: sia pur con l'aridità dei numeri, malgrado tutti i mali che ci affliggono - e purtroppo non ne mancano, vecchi e nuovi - queste cifre testimoniano che le nostre popolazioni oggi vivono meglio, molto meglio di prima.


    Luciano Graziuso



    Bibliografia:
    • Luciano Graziuso Vernole e Frazioni, L. Capone Editore, 1979
    • Luciano Graziuso Ricerche onomastiche e di ambiente a Vernole nel 700, in Studi Linguistici Salentini, 1971
    • Luciano Graziuso Dinamica della popolazione di alcuni centri salentini, in Terra d'Otranto, a. V, 1 marzo 1988
    Per la consultazione dei volumi relativi ai Censimenti Nazionali, editi dall'ISTAT, si ringrazia vivamente la Camera di Commercio di Lecce.


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